mercoledì 1 settembre 2010

Meridiane, l'ombra che spacca il secondo

SCIENZA & ARTE

Al momento sono 2748, ma si può dire che aumentano di ora in ora: ovvero col medesimo lento e sicuro, inesorabile scorrere che il tempo disegna sul loro stesso quadrante. Una in Australia, 19 in Polonia, 39 nella solatia Spagna e 29 nella più ombrosa Svizzera; 3 in Estonia e una persino in Benin, Africa. Ma la grande maggioranza sta in Italia, è ovvio: l’«Atlante mondiale degli orologi solari» è infatti un’iniziativa nata a casa nostra (siamo o non siamo ’o Paese d’o sole?), presentata esattamente il 25 aprile scorso a Milano durante la seconda edizione della manifestazione gnomonistica «Il tempo silenzioso».

Sundial Atlas s’intitola il progetto, che altro non è se non un censimento – il primo mai tentato a livello mondiale – e una catalogazione internazionale delle meridiane, coordinata dalla passione di Fabio Garnero, costruttore professionale di meridiane a Saluzzo (Cn), e Fabio Savian, orefice-matematico di Paderno Dugnano (Mi). Negli intenti l’enciclopedia planetaria degli gnomoni (si chiama così l’asta che proietta l’ombra sul quadrante della meridiana, indicando l’ora solare) dovrebbe alimentarsi da sé, con il sistema dell’auto-aggiornamento su Internet tipo Wikipedia: basta infatti connettersi al sito sundial.eu – lo ha già fatto una sessantina di appassionati – per inserire anche il proprio orologio solare nell’elenco, completo di fotografie, descrizione, coordinate geografiche e ovviamente il motto che spesso contraddistingue ogni meridiana che si rispetti.

Non solo: è possibile persino tracciare «itinerari gnomonistici» su base tematica o regionale (sono già on line percorsi nel comasco, a Verona, nel mantovano, a Caorle e a Mondovì...), collegando ad esempio le meridiane costruite dal medesimo autore oppure quelle con analoghe caratteristiche (c’è un giro delle meridiane walser!).

Sono infine previsti un blog e una newsletter per i cultori del genere. Ma quante saranno le meridiane d’Italia? E quelle del mondo? L’Atlante per ora sta per raggiungere le tre migliaia di esemplari, ma c’è da credere che siamo solo agli inizi. Secondo alcuni esperti, il solo Stivale ospiterebbe almeno 15.000 quadranti solari, più o meno come Spagna e Germania, mentre la Francia ne ha circa 30.000: infatti il «Catalogo dei Quadranti Solari» compilato dall’associazione francese Ccs (che lo mette in vendita su Cd Rom a pochi euro) è già arrivato a un totale di oltre 25.000 e ad ogni ottobre – grazie a una pattuglia di indefessi «cacciatori di meridiane» – accresce il suo bottino (nel solo 2008 sono stati identificati 1400 «nuovi» pezzi). Il censimento francese si è allargato anche all’estero ed ha annotato altre 6544 meridiane di 66 nazioni diverse; e noi qui siamo i primi in classifica, con 4034 esemplari.

Tra l’altro il conteggio transalpino è talmente preciso da permetterci di sapere che il 68,7% delle meridiane francesi sono verticali e il 5% orizzontali, 5442 risultano datate e e 5408 recano un motto. Non solo: oltralpe per il momento sono censiti 142 quadranti armillari, 127 analemmatici, 27 a equazione del tempo, 18 bifilari... Non chiedete però che cosa significhino tali distinzioni: è solo per dare un’idea della complessità della materia, che abbraccia discipline matematiche e geometriche, storia, astronomia e altro ancora, con scoperte di indubbia originalità; esistono addirittura modelli detti «a cannoncino» ovvero sonori: una lente posta sullo gnomone incendia una miccia che spara un colpo a mezzogiorno preciso! Fabio Garnero conta proprio sui francesi per accrescere in un colpo solo il suo inventario mondiale: «Ci hanno promesso 30.000 quadranti, i catalani altri 3500.

Poi entreranno le Baleari, i tedeschi... Gli inglesi hanno qualche perplessità perché, possedendo un buon numero di meridiane orizzontali in ottone e facilmente asportabili, temono che l’Atlante si trasformi in una sorta di catalogo per i ladri. Del resto un po’ tutte le società astronomiche nazionali, oltre a una marea di semplici appassionati, fanno già catalogazione; gli stessi Astrofili italiani hanno contato circa 15.000 quadranti. Solo che nessuno aveva ancora pensato di coordinare questo patrimonio eccezionale e di metterlo a disposizione di tutti, grazie a Internet».

Proprio consultando la Rete, tuttavia, è già possibile constatare come la Società catalana di gnomonica (Scg) sia arrivata a 922 esemplari di orologi solari, minutamente suddivisi per materiale di costruzione, tipo, autore. Un sito scozzese propone invece un proprio censimento di 162 meridiane, un altro cecoslovacco è giunto a 4545 per l’Europa centrale, mentre dalla Germania arriva un catalogo di 944 gnomoni.

La Società Nordamericana delle meridiane (Nass) mette a sua volta on line un elenco di circa 600 manufatti... I quadranti solari sono ovunque, godono per esempio di grande tradizione in terra islamica (dove servivano per stabilire il tempo della preghiera), nonché in Giappone, India e Cina, nazioni che si distinguono per la miniaturizzazione (esistono persino meridiane inserite nei bottoni, con tanto di bussola per orientarle). Insomma, siamo all’inizio di un’opera che probabilmente non vedrà mai la fine. «Un esempio – incalza Garnero –: per ragioni geografiche, mi occupo della provincia di Cuneo dal 1994 e ho trovato circa 2200 meridiane (700 delle quali appaiono già sull’Atlante); ebbene, negli stessi luoghi un francese ne ha contate tra 2500 e 2700...».

Perché le regioni italiane col maggior numero quadranti sono quelle del nord; curioso, no? «Invece è logico: da noi c’è meno sole, i tempi per lavorare i campi sono più brevi, e dunque c’era necessità di misurare il tempo con maggior accuratezza per sfruttare la luce naturale al meglio... Ci sono cascine che contano anche 5 o 6 meridiane». Italiano anche un primato di anzianità, col misterioso «globo di Matelica» che conta almeno 2500 anni. I secoli d’oro sono però il Sei e Settecento, poi dall’inizio del Novecento fino a vent’anni fa un vuoto enorme: «Gli orologi da torre e quindi quelli elettronici hanno soppiantato le meridiane. Ora invece il mercato sta tornando in auge, equamente diviso tra privati ed enti pubblici». Certo, i costruttori di professione in Italia sono soltanto 5 o 6 (cui si aggiungono qualche decina di artigiani e restauratori); però dipende anche dall’alta specializzazione ed esperienza necessarie.

Ma come: se ormai le meridiane le vendono già pronte persino nei mercatini dell’usato... Garnero scuote la testa: «No, quelle fatte in serie non possono funzionare, sono dei falsi, dei puri oggetti decorativi... Per essere precisi i quadranti solari devono essere studiati appositamente per il luogo dove verranno posti. Ognuna è un pezzo unico». E solo gli esperti sono in grado di arrivare a sottigliezze incredibili; per dare un’idea, l’ultimo numero del bollettino degli gnomonisti francesi dà notizia del più grande quadrante solare del mondo: niente meno che... la barriera di una diga, quella di Castillon, il cui bordo sporgente è in grado di segnare il tempo su appositi indici accuratamente calcolati. Più gigante di così! Gli abitanti della zona non potranno più dire: «Non vedo l’ora»...

Roberto Beretta

Fonte: www.avvenire.it - 30 Agosto 12010

martedì 12 gennaio 2010

La strada dei giovani

La strada dei giovani
ASSISI, L’EUROPA, LA DISPONIBILITÀ E VARIETÀ DI PROPOSTE E CAMMINI

Una nuova strada
Quanto mi sono trasferito presso il Centro Vocazionale Europeo rogazionista di Assisi, nell’Ottobre 1992, stava per essere ultimato, in mattoni e lastre di pietra, il lungo viale che congiunge la casa alla strada principale. Mi è parsa una significativa coincidenza: iniziavo lì una nuova esperienza, una nuova missione e niente di meglio che l’immagine di una strada che si apre diritta e spaziosa in un territorio brullo e stepposo può rendere l’idea di ciò che l’Associazione ERA ha realizzato fin dal suo nascere a favore di tanti giovani, nei riguardi della Congregazione  dei Rogazionisti e della Chiesa Europea.

Qualche anno prima…
Ma è giusto fare prima un piccolo passo indietro:  qualche anno prima P. Gaetano Lo Russo mi chiede di tradurre graficamente in un logo i concetti, le idee guida che l’ERA avrebbe voluto esprimere e realizzare: il Vangelo, il Carisma rogazionista, l’Europa, i giovani.  Nacque così il primo logo dell’ERA: una croce, due spighe - la messe rogazionista - l’acronimo ERA circondato dalle stelle dell’Unione Europea e, sullo sfondo, la cartina dell’Europa. In basso una scritta: “Vocazioni per la chiesa in Europa”.

Da dove cominciamo?
All’inizio dell’opera ci si deve porre le classiche domande fondamentali: quali sono i nostri obiettivi? …e i nostri mezzi? …il nostro campo d’azione? In verità, in quel momento, non c’era tanto da ragionarci su. La situazione era tutta da inventare (o reinventare): una strada nuova da tracciare, da aprire nel deserto della nostra Italia e della nostra Europa. …a partire da Assisi: una città conosciuta in tutto il mondo, per il messaggio francescano di povertà evangelica, pace e rispetto del creato.
Una vocazione per tutte le vocazioni
Fu questo lo slogan ispiratore. In fondo, è ciò che come Rogazionisti siamo chiamati a realizzare traducendo in vita vissuta il nostro Carisma: un piano d’azione che piace a tutti. Piace perché non solo coinvolge i tutti i Rogazionisti sparsi per l’Italia e l’Europa (addio mentalità di “delega”, addio “orticelli” privati: progettiamo e lavoriamo insieme, uniamo le forze!) ma anche perché fa sentire tutti “rogazionisti” e animatori di pastorale giovanile e vocazionale: parroci, preti, suore e religiosi di altre congregazioni e laici, in particolare gli stessi giovani. “…da quando vi ho conosciuto – spesso qualcuno  esclama – prego ogni sera per le vocazioni… ho capito l’importanza della preghiera e dell’azione per le vocazioni!”

L’Europa della nuova evangelizzazione ha il volto dei giovani 
Gli inizi hanno sempre qualcosa di fascinoso, un sapore quasi “epico”. Allora, agli inizi, si respirava il clima di un’Europa che, lasciati i tavoli delle discussioni dei politici ed economisti, cominciava ad unirsi davvero e ad assumere una sua fisionomia in particolare nei volti dei giovani. Un’Europa, infine che si apriva ad Est, animata dalla carica spirituale e umana dei giovani provenienti dalle Chiese dei Paesi dell’ex blocco comunista e soprattutto dalla statura morale e profetica di Giovanni Paolo II. Le proposte di animazione giovanile e vocazionale diventano così momenti preziosi ed apprezzati per l’annuncio e l’approfondimento di cammini di fede in un crescendo di proposte sempre più apprezzate e variegate - in primis, i Meetings europei, gli incontri nazionali, gli incontri di spiritualità e formazione degli animatori, i campi di volontariato in Albania, Repubblica Ceca, Polonia e Bielorussia e molte altre attività di volontariato e solidarietà. Sempre più giovani vengono a contatto con le nostre realtà, conoscono con sorprendente e sorpreso interesse la figura di Padre Annibale ed il Carisma rogazionista; incontrano preti, suore, giovani chierici visti, forse per la prima volta da vicino e, in modo spesso insolito, lavorare cordialmente insieme!

L’attività del Centro Vocazionale Europeo
Le tante attività di pastorale giovanile – (…ma quante idee “ribollivano” in pentola!), diventano motivo per animare “vocazionalmente” i giovani. “Lavorare” con ragazzi e giovani il più delle volte significa impegnarsi in un vero e proprio “primo annuncio” o in un’opera di “ricostruzione” della fede. Ma il seme della Parola cade nel terreno promettente e straordinariamente fecondo dell’esistenza che si apre ad un progetto di vita, con generosità ed in cerca di valori autentici. Sullo sfondo di ogni attività e proposta c’è dunque l’impegno a educare e ad educarsi a far sì che la propria vita venga vissuta come “vocazione”, come dono per gli altri. Quest’unica vocazione si concretizza e si specifica nelle differenti vocazioni.

E il cammino, dunque, continua 
Ad alcuni giovani che desiderano iniziare un percorso di discernimento vocazionale viene proposta l’esperienza del Centro Vocazionale Europeo di Assisi. Nella preghiera, nell’ascolto della Parola e vivendo in una comunità formata da giovani provenienti da diversi paesi europei, essi dedicano alcuni mesi alla ricerca della volontà di Dio sulla propria vita sotto la guida saggia e fraterna dei Padri del Centro.

La strada è aperta…
La meta è definita, la strada spianata, in molti l’hanno cominciata a percorrere. Questa strada è ciò che l’Associazione ERA, in questi venti anni, ha cercato di proporre e realizzare: una proposta non discriminante ed elitaria ma aperta a tutti, una pastorale che non “ingabbia” ma che, con varietà di proposte, modi consoni e linguaggi comprensibili, offre ai ragazzi e giovani d’oggi i mezzi e i contenuti per coniugare la fede ed il vangelo con la meravigliosa ed avvincete avventura della propria vita.

Francesco Pignatelli

Pioneers 1/2010